Cosmetici “miracolosi”: fino a che punto sono efficaci?

efficacia cosmetica

Può un cosmetico essere “miracoloso”, farci apparire più belli, eliminare le rughe e gli inestetismi della pelle in pochi giorni?

Le pubblicità che ritroviamo sulle etichette dei prodotti, sulle pagine delle riviste e sui siti internet sono vere o ingannevoli? Come facciamo a capire se un cosmetico è efficace?

Nei precedenti post la cosmetologa Diana Malcangi ci ha suggerito come diffidare dei contenuti allarmistici presenti su molti siti internet dedicati alla cosmesi e insieme abbiamo iniziato a fare un’analisi dettagliata delle tematiche “nell’occhio del ciclone”.
Cerchiamo di capire con lei come fare a stabilire se il cosmetico che stiamo acquistando è di qualità e se è realmente efficace, dovendo scegliere tra una moltitudine di prodotti avvolti da un’aura miracolistica.

“Per stabilire se si tratta di un cosmetico efficace, di qualità, e se l’azienda che lo propone è seria, l’utente deve fare attenzione alla comunicazione commerciale che, nel mettere in evidenza le caratteristiche del prodotto, deve rispettare alcune importanti regole al fine di non essere ingannevole, come imposto dalle autorità garanti della concorrenza sul mercato.

Eccole di seguito:

Un cosmetico non è un farmaco:
la comunicazione non può paragonare il prodotto ad un farmaco o a interventi di chirurgia estetica, né esplicitamente né indirettamente, e non può attribuirgli proprietà curative capaci di intervenire in maniera definitiva sulle cause degli inestetismi.

L’efficacia di uno dei componenti del prodotto non garantisce, di per sé, l’efficacia di tutto il prodotto:
bisogna stare attenti alla comunicazione, quando ad esempio si dice che un prodotto contiene il tal “estratto XXX con effetto antirughe”: quell’ XXX potrà esprimere la sua funzionalità solo se usato al di sopra di una certa percentuale. La sua sola presenza potrebbe essere a scopo di marketing e non garantisce comunque l’efficacia del prodotto.
L’unico modo per capire se il cosmetico è efficace è vedere se sono stati condotti test specifici di efficacia sul prodotto e non sull’ingrediente. Anche perché esistono casi in cui lo stesso ingrediente può aumentare o diminuire la sua funzionalità a seconda della “base” in cui è stato inserito.

Attenzione alle promesse dei “risultati”:
Spesso si vedono sui prodotti promesse di efficacia molto specifiche nei tempi e nelle percentuali, per esempio: “in 2 giorni 70% di rughe in meno”, magari con un corredo di immagini suggestive del “prima e dopo” il trattamento. Questa apparente precisione deve essere motivata da uno specifico supporto scientifico.
Deve essere indicato l’istituto clinico indipendente che ha eseguito il test, le metodiche utilizzate (solo visive dello sperimentatore o anche strumentali, oppure se in cieco o meno); se il confronto è stato fatto con un placebo; su quanti volontari, per quanto tempo e con quante applicazioni giornaliere di prodotto è stato eseguito lo studio; se le immagini proposte provengono dal test oppure se sono solo a scopo di marketing (con utilizzo di photoshop); ecc…
Gli studi devono essere direttamente collegati con l’efficacia attribuita al prodotto, e devono essere accessibili a tutti. Consiglio di sbirciare sempre nel sito internet del produttore per verificare che abbia pubblicato lo studio dettagliato.

I test in vitro non sono una garanzia di efficacia: essi si basano su modelli biologici che possono non avere riscontro nell’applicazione sulla reale cute umana.

I test di autovalutazione non sono una garanzia di efficacia: essi esprimono valutazioni soggettive, e spesso vengono eseguiti dalla stessa azienda che vende il prodotto! Ecco perchè non possono essere portati a supporto di oggettivi vanti di efficacia.
In ogni caso, devono essere presentati come tali, e devono evidenziare chiaramente i metodi, come ad esempio il numero di volontari e le domande poste.

Efficacia “fino a…”, Il valore massimo ottenuto in un test non può essere utilizzato a supporto del claim. Espressioni tipo “Efficacia fino all’ 80%”, per indicare il valore massimo ottenuto in un test, sono vietate, poiché tale valore può essere stato raggiunto solo in una minoranza dei casi e non rappresenta una garanzia di efficacia.
L’efficacia si può confermare solo con i valori medi.

Occhio agli asterischi…
Spesso nella comunicazione si possono trovare note in calce, asterischi che rimandano a frasi scritte con caratteri molto piccoli, che “ridimensionano” il messaggio e che restringono il campo a casi limitati.
Ricordiamo che è vietato estendere l’efficacia a situazioni generali, ad esempio proclamandola in uno slogan, quando invece essa si riferisce a situazioni particolari.

L’innovatività deve essere confermata:
spesso il cosmetico viene presentato come frutto di “nuove scoperte”: queste scoperte devono essere confermate dalla comunità scientifica con studi pubblicati su siti istituzionali o di riconosciuta autorevolezza.
Aggiungo che l’uso di un ingrediente nuovo, l’ ultimo ritrovato, non garantisce una maggiore efficacia del prodotto rispetto ad altri che utilizzano ingredienti noti da tempo: anzi, spesso è il contrario, perché sugli ingredienti noti si sa di più, sia a livello tossicologico, sia a livello di efficacia.

Non si può dichiarare un brevetto se non è stato ancora concesso dal Ministero dello Sviluppo Economico. Per verificarlo, controllare sul relativo sito internet.
È buona norma, in generale, verificare tutte le approvazioni, riconoscimenti, marchi e certificazioni vantati, controllando sui siti internet delle relative istituzioni, pubbliche o private, che emettono tali riconoscimenti.

Se queste regole non sono rispettate, ci troviamo molto probabilmente difronte a un prodotto che promette più di quello che fa.
Per essere sicuri che un cosmetico funzioni, possiamo fidarci solo di quelle aziende che, oltre a lanciare slogan e promesse, sostengono i loro claim pubblicitari con test specifici di efficacia (eseguiti da istituti clinici esterni, seri e riconosciuti) e che pubblicano integralmente i relativi risultati.”

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