
Quali sono gli elementi che ci portano ad affermare che un viso è bello? Esiste un canone di bellezza universale oppure la bellezza è “relativa”? Che peso hanno i difetti estetici nel definire la bellezza?
“La bellezza è una lettera di raccomandazione che conquista subito i cuori”. Così afferma il filosofo Arthur Schopenauer. Ovvero, se sei bella (o bello) tutte le porte si aprono più facilmente.
Qualcuno dice che non bisogna acquistare un libro giudicandolo dalla copertina. E invece è dimostrato che, spesso, il libro che si compra è proprio quello che ha attratto la nostra attenzione, ammiccando lì dallo scaffale!
Dunque la prima impressione conta. Eccome se conta.
Se poi consideriamo che moltissimo della comunicazione fra persone passa attraverso canali che non includono l’uso della parola, capiamo come l’aspetto fisico entri a far parte, di diritto, degli scambi tra esseri umani e dell’opinione che ciascuno si crea dell’altro.
Nell’antica Grecia le sculture riproducevano atleti bellissimi perché il concetto di bellezza includeva quello del Bene e della Verità. Dunque, chi era bello possedeva altre virtù che oltrepassavano l’aspetto fisico.
O forse, le virtù erano, in se stesse, bellezza, e dunque venivano personificate con un bel corpo. Non è forse vero, in fondo, che una persona che amiamo per le sue qualità la vediamo bellissima, molto di più di ciò che il suo solo aspetto ci indicherebbe?
La bellezza, inoltre, era considerata anche come un termometro di buona salute e di capacità di resistere alle malattie. Quindi, chi sposava una donna bella significava che aveva scelto una madre potenzialmente sana per i suoi figli.
Probabilmente la natura stessa, attraverso l’istinto, ci induce a vedere più belle le persone dell’altro sesso che godono di ottima salute, o che hanno caratteristiche fisiche (e quindi genetiche) che si integreranno bene con le nostre nel momento in cui metteremo al mondo dei figli.
Insomma, la bellezza può essere soggettiva. Perché è nei nostri occhi (quando entra in gioco l’affettività) oppure nel nostro istinto (come scelta dell’individuo più sano o geneticamente più affine).
Se però dal campo della soggettività ci spostiamo verso i canoni di una bellezza un po’ più oggettiva, considerando modelle, attori e attrici che piacciono un po’ a tutti (o comunque al maggior numero di persone), vediamo come questo tipo di bellezza risenta moltissimo della moda e sia influenzata dalla cultura e dal momento storico. Marilyn Monroe è sicuramente una bellezza universale, ma se fosse vissuta oggi sarebbe stata così famosa com’era allora? O al contrario, la bellezza androgina e anticonformista di Kate Moss, esageratamente magra e con gli occhi lontani, o il sorriso imperfetto di Laetitia Casta, avrebbero avuto successo negli anni ‘50?
Ci sono dunque volti che rispondono meglio alle necessità estetiche del momento storico che viviamo, o che lo interpretano meglio: se negli anni ‘90 si privilegiavano bellezze dall’espressione un po’ incupita che faceva tanto affascinante mistero, oggi sono considerati belli visi un po’ più “umani”, ovvero con qualche difetto, e fisici più rotondetti (“curvy”!). Per fortuna!
Ma esistono canoni universali che definiscono la bellezza?
Sembrerebbe di sì.
A partire dal Canone di Policleto, primo trattato (andato perduto) sull’anatomia della bellezza e sulle proporzioni dell’armonia, datato attorno al 450 a.C., alla sezione aurea (costante di Fidia o proporzione divina), all’uomo di Vitruvio, per arrivare all’algoritmo ideato recentemente da un gruppo di scienziati di Tel Aviv che, sulla base delle reazioni dei soggetti rispetto a immagini di volti, traccia le perfette proporzioni della bellezza e può modificare le immagini dei visi rendendoli più belli.
E’ stato interessante scoprire che, quando hanno applicato il software al volto perfetto dell’attore James Franco, dopo l’elaborazione l’immagine è rimasta la stessa, ma quando lo hanno applicato al viso di Brigitte Bardot, il suo leggendario broncio è stato… cancellato dal software!
Allora, dov’è la verità?
Sicuramente ci sono delle proporzioni fra le varie parti del volto da cui deriva la sua armonia e dalle quali non si può prescindere per definirlo bello.
Ma è anche vero che la perfezione annoia.
Dopotutto, siamo umani, non divini.
Ci sono donne diventate famose proprio per i loro difetti (pensiamo ai sorrisi larghissimi di Julia Roberts e di Cameron Diaz), così come esistono bellezze “perfette” come quella di Linda Evangelista che, proprio per evitare di annoiare, all’epoca in cui era famosa portava i capelli quasi sempre corti, giocando coi tagli e i colori estremi.
Insomma, un conto è essere belle, un conto è piacere: sono due cose diverse.
La bellezza è sinonimo di proporzioni perfette, ma per piacere davvero e per “colpire”, l’ esibire con orgoglio o con ironia un nostro difetto può diventare l’arma vincente. Anche per noi, ragazze normali, che non siamo né superbelle né famose, ma che con il volto ci presentiamo al mondo.
E il volto va curato. Tondo o quadrato che sia, se il nostro viso si presenta luminoso, che dite… giocherà a nostro favore? Direi proprio di sì! Mentre se abbiamo una faccia in cui tutte le proporzioni sono rispettate al millimetro ma abbiamo la pelle spenta o piena di imperfezioni, questo può essere indice di un cattivo stato di salute della nostra pelle o del nostro corpo, e questo può “abbassare” la nostra capacità di piacere.
La pelle parla: facciamo che parli bene di noi, dandole tutto ciò di cui ha bisogno. Dopotutto, è presente in un unico prodotto: mucopolisaccaridi, vitamine, proteine, elastina, collagene, allantoina, acido glicolico. Tutto in Elicina ECO!
Una pelle che riceve le attenzioni quotidiane di Elicina non può che risplendere di salute e “parlare” al mondo della nostra bellezza, in qualunque modo essa si esprima.
Diana Malcangi, Chimico Cosmetologa
2 Commenti
Fantastico articolo, complimenti davvero…
Grazie, siamo davvero contenti che ti sia piaciuto!
Speriamo di aver dato qualche spunto, e che possa stimolare la riflessione sulla bellezza, nei suoi vari aspetti… 🙂
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