Difendersi dal sole o dalle creme solari?

creme solari

“Attenzione al sole, proteggetevi con le creme solari”.
Nei blog che parlano di salute e bellezza, questo è il discorso che spopola in questo periodo dell’anno.
Ma il sole è davvero così dannoso? E soprattutto, è proprio necessario ungersi di creme solari per “proteggerci” da questo terribile sole?

Questo articolo forse vi sembrerà strano, un pochino controcorrente rispetto ai classici consigli dati dai dermatologi e cosmetologi. Mi spiego meglio: non voglio certo incitarvi alla tintarella selvaggia senza protezione, voglio solo offrire un punto di osservazione diverso sul “problema sole”.

Parto da un assunto tanto vero quanto – spesso – ignorato: il nostro corpo è in grado di adattarsi a moltissime situazioni e condizioni ed è fornito di sistemi di protezione, autoriparazione e adattamento.
Tutto sta nel farlo abituare gradualmente alle situazioni.

Sapete la storia delle mamme del polo nord, che fanno fare il sonnellino ai neonati all’aperto, anche a -15°C? Non è uno scherzo: le madri islandesi e finlandesi posizionano la carrozzina col bebé addormentato fuori dall’uscio di casa con temperature polari. Dicono che i bambini in questo modo si abituano al freddo e possono ricevere aria e luce naturale, che previene le malattie come il rachitismo.
Tanto di cappello a un pratica intelligente di “adattamento”.

Quello che voglio dire è che il nostro organismo può resistere (quasi) a tutto: l’importante è farlo abituare, andando per gradi e lasciando che svolga da solo le sue funzioni: difendendosi, riattivandosi, depurandosi, riparandosi. E che possa farlo all’aperto, in ambienti naturali.
Oggi il progresso, pur avendo portato miglioramenti alle nostra vite, ha portato anche risvolti negativi. Non entro nel merito perché il discorso è lungo e complesso, e toccherebbe ambiti medici, psicologici, antropologici, ambientali, filosofici, ecc. Mi limito a dire che dovremmo stare maggiormente a contatto con la natura, per vivere meglio.

Tornando al famigerato sole, ciò che intendo dire è che se ci abituassimo a esso molto gradualmente, a piccolissime dosi, in teoria saremmo perfettamente in grado di costruirci da soli una naturale protezione dagli eventuali danni e a godere di tutti i meravigliosi benefici che il sole ci dà (per ossa, denti, sistema immunitario, cardiocircolatorio e molto altro).
Ho parlato di quanto faccia bene il sole in diversi articoli, tra cui questo: sole e mare, integratori naturali.

Per proteggerci invece dai suoi effetti negativi abbiamo l’amica melanina.

La melanina è una sostanza prodotta dai melanociti quando sono esposti ai raggi UV. Quando viene rilasciata nelle cellule, va a posizionarsi attorno al loro nucleo a mò di mantello, proteggendo il materiale genetico contenuto al suo interno. La melanina aiuta a trasformare l’energia della radiazione UV, potenzialmente dannosa, in calore, innocuo. Il bello è che la resa quantistica di questo processo, cioè l’efficienza, è superiore rispetto ai filtri solari cosmetici.
La melanina, in sintesi, protegge di più dei filtri sintetici. I quali, oltretutto, hanno anche aspetti negativi:

–    quando vengono assorbiti dalla pelle possono dare origine a prodotti di degradazione potenzialmente tossici (radicali liberi)
–    in alcuni soggetti possono provocare sensibilizzazioni cutanee, fototossicità, fotoallergie
–    possono essere disturbatori endocrini
–    sono molto inquinanti (in molte zone con la barriera corallina sono infatti vietate le creme solari)
–    possono proteggere selettivamente da alcune lunghezze d’onda, esponendo l’organismo ad altre, potenzialmente più nocive
–    possono impedire la sintesi della vitamina D

E’ allora possibile evitare i filtri solari? Perché i dermatologi insistono nel consigliarli?

Semplice: perché nessuno è tanto virtuoso da stare al sole soltanto nelle ore meno calde e gradualmente, cioè aumentando l’esposizione cinque-dieci minuti alla volta. Così come è impossibile chiedere ai bambini, i più delicati, di stare tutto il tempo sotto l’ombrellone.
La protezione solare diventa così indispensabile. Fermo restando che nelle ore più calde non si deve stare al sole, punto.

Riassumendo, il sole andrebbe preso pochissimo e costantemente, se vogliamo evitare i filtri solari, che sono sostanze bruttine a livello dermico.
Ma… siccome le vacanze sono brevi e il desiderio di sole è tanto, la protezione è necessaria.

Quale crema solare scegliere?

Innanzitutto quella più adatta al proprio fototipo e alla latitudine, e poi quella con minore tossicità.
Tra le varie creme e lozioni, raccomando quelle che contengono solo filtri fisici/minerali (es. biossido di titanio). Questi ingredienti sono in grado di offrire una funzionalità di barriera di qualità superiore, minore grado di penetrazione nella pelle, minore sviluppo di sottoprodotti dannosi, minore sensibilizzazione e fototossicità, minore potere inquinante, maggiore tollerabilità cutanea: sono infatti ideali per i bambini.
L’unico difetto dei filtri fisici è che possono lasciare una patina bianca sulla pelle e talvolta rendono il prodotto difficile da spalmare. Ma sono senza dubbio i migliori.

Esistono anche filtri minerali che non hanno questi problemi, e sono quelli in forma nano. Cercate però di evitarli perché, sebbene non siano considerati tossici, la valutazione del rischio di queste sostanze è una questione ancora aperta (fonte: SCCS).

L’abbronzatura ci fa sembrare più belli, il color bronzo ci rende sexy.
Ma esporci al sole per molte ore, magari quando picchia più forte, è veramente deleterio, specie se veniamo da giorni di lavoro al chiuso e siamo bianco-grigi come le pareti dell’ufficio… Il desiderio di recuperare il sole perduto con un’abbronzatura selvaggia fa male, non ci vuole un genio per capirlo. Più che altro, fa male il passare direttamente da mesi di “ufficio-casa-centro commerciale” al sole intenso di luglio e agosto.
Ma abbiamo poche ferie: cosa possiamo fare?
Usare la protezione.

Diana Malcangi, Chimico Cosmetologa

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