
Nel precedente intervento abbiamo iniziato, con l’aiuto della cosmetologa Diana Malcangi dello Studio Coré, a decifrare le etichette dei cosmetici, acquisendo le prime informazioni fondamentali. In questa seconda parte da lei scopriamo invece come interpretare altri simboli e diciture importanti, e i casi di cosmetici particolari:
Prodotti e ingredienti “Non testati su animali”
“Sul mercato si trovano ancora prodotti cosmetici che recano questa dicitura in etichetta, spesso accompagnata dal logo del coniglietto. Queste informazioni fino a poco tempo fa erano utili a indicare l’assenza di test su animali del prodotto o degli ingredienti. Ormai, però, si tratta di un simbolo inutile e obsoleto poiché a partire dall’11 marzo 2013 oltre al prodotto anche i singoli ingredienti non possono più essere testati su animali. Tale divieto è valido per tutti i Paesi dell’UE.
La dicitura e il logo del coniglietto, se fossero ancora presenti in futuro, potrebbero addirittura essere considerati fuorvianti e scorretti, in quanto andrebbero a suggerire nell’utente una differenza con altri prodotti che di fatto non esiste più (poiché nessun prodotto o ingrediente cosmetico può più essere testato su animali).”
Funzioni cosmetiche e terapeutiche
Iniziamo col dare la definizione di legge dei cosmetici, che sono “le sostanze e le preparazioni, diverse dai medicinali, destinate ad essere applicate sulle superfici esterne del corpo umano (epidermide, sistema pilifero e capelli, unghie, labbra, organi genitali esterni) oppure sui denti e sulle mucose della bocca allo scopo, esclusivo o prevalente, di pulirli, profumarli, modificarne l’aspetto, correggere gli odori corporei, proteggerli o mantenerli in buono stato.”
Conoscere questa definizione è molto importante, poiché essa spiega come mai in tutti i messaggi indirizzati all’utente, riportati in etichetta o in qualsiasi altra forma di comunicazione (volantini, pagine su riviste, cartelloni, siti web, ecc..) non possono essere attribuite ai cosmetici caratteristiche e funzioni diverse da quelle previste dalla legge, cioè appunto pulire, profumare, modificare l’aspetto, proteggere e mantenere in buono stato le superfici esterne del corpo. In particolare, i prodotti cosmetici non possono vantare attività terapeutiche, né riportare denominazioni correlate con patologie.
Occorre perciò diffidare di quelle categorie di cosmetici che si promettono come “curativi” e di tutti quei prodotti che si propongono come “intermedi” tra il cosmetico e il farmaco, i famosi “cosmeceutici”: fatte salve solo le buone intenzioni di proporre cosmetici più efficaci degli altri, occorre precisare che essi sono prodotti uguali agli altri poiché sono registrati come cosmetici. Non esiste infatti la categoria merceologica dei “cosmeceutici” e non ci sono regole che ne definiscano la differenza rispetto agli altri cosmetici, perciò il nome “cosmeceutico” non garantisce, di per sé, una maggiore efficacia: potrebbe essere solo un claim inventato per sbaragliare la concorrenza. Il solo modo per capire se un cosmetico è più efficace di un altro (prima di usarlo) è quello di vedere se su di esso sono stati svolti test di efficacia mirati a particolari inestetismi.”
Recipienti e smaltimento
“Anche il recipiente presenta diverse indicazioni. Sull’etichetta del packaging esterno o su quella del contenitore primario si possono trovare trovare ad esempio:
Materiale utilizzato, indicato spesso da un cerchio o un esagono contenente una sigla che si riferisce al materiale: PVC (polivinilcloruro), PE (polietilene), PET (polietilentereftalato), PP (polipropilene), PS (polistirene), CA (carta), AL (alluminio), PI (poliaccoppiati), FE (banda stagnata), VE (vetro). Queste sigle possono essere indicate anche sotto il triangolo del riciclo che invita a rispettare l’ambiente;
L’ invito a rispettare l’ambiente, mediante uno dei seguenti simboli:
Il primo simbolo, le due frecce racchiuse in un cerchio rappresenta la conformità del materiale alle regole della raccolta differenziata.
In caso di non conformità, invece, la confezione deve essere gettata nell’indifferenziata, per cui troviamo il secondo simbolo, la figura di un uomo che butta un oggetto nel cestino, o il terzo (usato più spesso in passato), un triangolo composto da tre frecce.”
Per completare la comprensione delle informazioni in etichetta, presto parleremo con Diana anche del significato dell’elenco ingredienti, dei prodotti solari e dei cosmetici biologici, argomenti che meritano certamente capitoli a parte.
Continuate a seguirci!